Carabinieri Catania: 4 arresti per peculato e corruzione, anche ex deputato Ars

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Indagine sulla Società degli Interporti siciliani Spa, ai domiciliari pure 2 dipendenti pubblici

Quattro persone sono state arrestate dai carabinieri del Comando provinciale di Catania nell’ambito di un’inchiesta sulla Società degli Interporti siciliani Spa. I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip etneo a carico di due dipendenti pubblici, un ex deputato regionale e un imprenditore, accusati, a vario titolo, di induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato, corruzione per un atto contrario ai propri doveri d’ufficio e contraffazione e uso di pubblici sigilli.

“Illecite interferenze” nella gestione della Società degli interporti siciliani Spa. E’ quanto emergerebbe dall’inchiesta dei carabinieri del Comando provinciale di Catania che hanno arrestato stamani quattro persone, tra cui un ex deputato dell’Assemblea regionale siciliana. L’accusa per tutti, a vario titolo, è di induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato, corruzione per un atto contrario ai propri doveri d’ufficio e contraffazione e uso di pubblici sigilli. Nel corso delle indagini, condotte dal settembre 2019 al marzo 2021, sarebbero emerse le ingerenze che l’ex parlamentare regionale avrebbe esercitato sull’allora amministratore unico della società a totale partecipazione pubblica per favorire una dipendente dell’azienda.

“Tra le indebite ingerenze, attraverso l’intercessione di alcuni politici regionali, anche la revoca del licenziamento della donna, che aveva falsamente attestato il possesso di una laurea”, spiegano gli investigatori dell’Arma. Coinvolto anche un imprenditore nel campo degli autotrasporti logistici, che attraverso un “accordo corruttivo” con lo stesso amministratore unico, in cambio di un posto di lavoro di una parente del dirigente e di altre utilità, avrebbe goduto di agevolazioni per la propria società.

“Gli arresti nell’ambito dell’inchiesta sulla società degli Interporti siciliani Spa sono il segnale importante di una macchina che si è messa in moto per fare chiarezza e affermare la legalità nel settore merci e logistica. Auspichiamo che la giustizia su un caso che siamo stati noi a sollevare abbia un corso veloce e che i riflettori sul settore non si spengano”. Così il neo segretario della Filt Cgil Sicilia Alessandro Grasso a proposito dei 4 provvedimenti cautelari eseguiti stamani dai carabinieri del comando provinciale di Catania e che vedono coinvolto anche un ex deputato regionale.

Sono state la Filt Cgil Sicilia e di Catania a denunciare alla procura di Catania il fatto da cui è partita l’indagine. “Una dipendente che è oggi tra gli arrestati – ricorda Grasso – era stata licenziata dall’azienda per avere attestato il falso sul proprio titolo di studio ma è stata riassunta su pressioni della politica dopo pochi giorni. Noi riteniamo che la politica debba occuparsi dei problemi dei siciliani invece di fare clientelismo becero e che la legalità vada affermata in ogni ambito e a ogni livello”.

“In relazione all’indagine che riguarda la Società Interporti Siciliani, voglio sottolineare la mia totale estraneità a ogni tipo di contestazione. Nella mia precedente veste di assessore alle Infrastrutture, infatti, non sono mai entrato nelle dinamiche interne della Società Interporti, se non per accelerare e sbloccare procedure amministrative volte a rilanciare ed efficentare la società partecipata della Regione. Non mi sono mai permesso di effettuare sollecitazioni né, peggio ancora, pressioni indebite. È comunque giusto, anzi addirittura necessario, che la magistratura lavori per accertare la verità dei fatti. Siamo pronti a dare prova della linearità del nostro comportamento e lo dimostreremo nelle sedi opportune”. Così l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, a proposito dell’indagine della procura etnea sulla Società Interporti Siciliani che ha portato all’arresto di 4 persone, tra cui un ex deputato dell’Ars.

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